Comunità Energetiche
Dal 2013 l'autoconsumo in Italia ha una disciplina organica, fondata sul principio base che la produzione e il consumo debbano essere sullo stesso sito e che in un sistema di autoconsumo non vi possano essere più di un consumatore e di un produttore.
Sino a ieri l'unica forma di autoconsumo di energia consentita a livello residenziale è stata quella one to one: da un unico impianto ad un unico consumatore finale, con l'eccesso di produzione da immettere in rete.
Un deciso cambio di passo è stato fatto con il recepimento (ancora in corso) delle ultime Direttive Europee, in particolare di quanto contenuto agli articoli 21 e 22 della direttiva 2018/2001, con i quali sono stati introdotti nella normativa degli stati membri i concetti di autoconsumo collettivo e di associazioni e comunità energetiche, soggetti giuridici costituiti da una serie di utenti localizzati in uno stesso ambito geografico, fra i quali è consentito lo scambio e la condivisione dell'energia prodotta.
In particolare l'art. 42 bis del Decreto n. 162 del 30/12/2019 (c.d. "Milleproroghe"), in parziale attuazione della Direttiva 2018/2001, dà facoltà agli utenti interessati di associarsi in forma collettiva per la gestione dell'energia prodotta all'interno di questo aggregato, ed al comma 5 lettera c) prevede che fra essi possano regolare "i rapporti tramite un contratto di diritto privato che tiene conto di quanto disposto alle lettere a) e b) e che individua univocamente un soggetto delegato, responsabile del riparto dell'energia condivisa. I clienti finali partecipanti possono, inoltre, demandare a tale soggetto la gestione delle partite di pagamento e di incasso verso i venditori e il Gestore dei servizi energetici (GSE) Spa."
La più recente deliberazione del 4 agosto 2020 n. 318/2020 della Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente (ARERA) ha introdotto anche i criteri di regolazione delle partite economiche all'interno delle Comunità Energetiche prospettando l'introduzione di un sistema di tariffe incentivate per l'energia prodotta e consumata all'interno di quest'ultime. Il regime economico di incentivazione sarà precisato da un prossimo Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).
In tale scenario Engena si propone come interprete ideale delle esigenze di una Comunità Energetica, grazie alla sua piattaforma che consentirà a chiunque volesse adottarla, la gestione intelligente ed automatica delle varie funzioni di una qualsiasi aggregazione energetica di consumers/prosumers.
La condivisione dell'energia prodotta all'interno di una comunità, apre scenari impensabili sino a oggi; sarà finalmente possibile produrre e scambiare l'energia pulita nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali.
In questo modo si apre la strada per progetti locali d'impianti in autoproduzione ma anche per scambiare localmente l'energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità.
La produzione, l'accumulo e la vendita di energia si trasformerebbe in un modello one to many.
È solo l'inizio di un processo che riguarderà ampiamente queste innovazioni; saranno possibili innovazioni in forme anche più ampie, che potranno consentire di rilanciare progetti da fonti rinnovabili in tutta Italia che coinvolgano le comunità per trarre vantaggi da impianti eolici, solari, idroelettrici.
E la tipica struttura blockchain è la soluzione ideale per supportare il sistema contribuendo anche a ridurre i sovraccarichi e le inefficienze derivanti dall'immissione in rete di energia da parte dei prosumer e non consumata localmente.